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Era situata a 4 km a nord-est da Savignano ed è ricordata per la prima volta nel 1070 in un diploma del vescovo di Rimini in cui questa pieve è assegnata ai suoi canonici. La pieve traeva origine, così e citata verso il 1000, da una piccola chiesa dedicata all’arcangelo Michele ed edificata dai Longobardi della regina Teodolinda convertitisi al cristianesimo. In un breve pontificio del 1136 la pieve è confermata soggetta ai canonici riminesi. Nell’anno 1290, troviamo un arciprete della pieve, don Filippo, che paga le decime alla chiesa di Rimini. Dopo il 1300 e per ben due secoli, la pieve non è più ricordata. Più tardi per interessamento della popolazione del luogo, i conti di Bagno cercano di ripristinarla; nel 1372 troviamo una bolla pontificia, la quale ricorda la chiesa parrocchiale di San’Angelo. Nel 1763 la nuova chiesa verrà ampliata e dotata di tre altari. Nel 1777 con bolla dell’11 luglio di Pio VI, la pieve passa alla diocesi di Cesena. Nel 1780 è dotata di un fonte battesimale. Nel 1790 viene costruito un campanile “alla moderna” con due campane. Nel 1822 il pittore di Gatteo, don Stefano Montanari, dipingerà per la chiesa un quadro rappresentante san Michele con santa Lucia e san Biagio. Questo venne distrutto nel corso dell’ultima guerra. Nel 1844 la pieve fu “allungata e rialzata”. Nel 1944 le truppe tedesche minarono il campanile; la chiesa, fatta eccezione per la facciata, crollò insieme alla canonica. Nel 1947 fu ricostruita in stile neo-classico a seguito di un progetto dell’architetto Gualandi di Bologna; fu ricostruita nel 1969.
Una lapide posta al suo interno ricorda le vicissitudini cui essa andò soggetta: “questa casa dedicata a San Michele Arcangelo prima del secolo X, fondata dall’arcivescovo di Ravenna, distrutta da una terribile guerra di popoli, dalle fondamenta riedificata, con solenne rito dall’arcivescovo Gian Franceschi il 28 ottobre 1969”. Nell’abside vi figura un dipinto di san Michele Arcangelo del Morigi.